Salute Mentale: risorsa economica del Paese

In Italia vivono 10 milioni di bambini e adolescenti che sono stati colpiti dagli effetti della pandemia e dalle misure che sono state messe in atto per contenerla, sperimentando cambiamenti sostanziali negli ambienti di vita.

Secondo l’Istituto dell’Ospedale Bambino Gesù la scuola in DAD e la privazione della socializzazione in classe hanno comportato un incremento vertiginoso delle patologie di natura neuro psichiatrica, a partire dai disturbi del comportamento alimentare, che nel solo Istituto di Roma sono cresciuti di otto-nove volte rispetto al consueto, fino ad arrivare ai tentativi di suicidio.

Lo studio EU-OSHA (2014) già sottolineava come il costo totale delle malattie mentali in Europa ammontasse a 240 miliardi di euro in un anno.

Di questi 136 miliardi di euro rappresentavano il costo della diminuzione della produttività, compreso il congedo per malattia, mentre 104 miliardi di euro erano riconducibili a costi diretti, quali il trattamento medico.
La perdita di produttività dovuta al presenteismo poteva di fatto comportare il doppio dei costi rispetto a quella dell’assenteismo, configurandosi dunque come un segnale di avvertimento contro una cultura di stakanovisti e orari di lavoro prolungati.

Uno scenario certamente cambiato (in peggio) a seguito dell’emergenza sanitaria, ribaltando e rimescolando oggi il mercato del lavoro a 360 gradi.

La salute mentale, va ricordato, resta una primaria risorsa positiva per la società: è ciò che permette a una bambina di crescere sana con l’amore e il sostegno della sua famiglia, condividendo gli alti e bassi della vita quotidiana. È ciò che permette a un adolescente di parlare e ridere con i suoi amici, di offrire e cercare conforto nei momenti più difficili. È ciò che consente di lavorare ed essere produttivi con grande beneficio economico per il Paese.

Eppure secondo alcune ricerche lungo tutto il globo, non solo in Italia:

  • I costi ospedalieri per autolesionismo sono intorno a 162 milioni di sterline ogni anno
  • Il costo della depressione nei luoghi di lavoro ha un costo di 246 bilioni di dollari

Al contrario investendo si scopre che:

  • Per ogni euro investito nella prevenzione dello stress sul luogo di lavoro si stima che risulti un risparmio per la società di 2 euro

Purtroppo in alcuni dei paesi più poveri del mondo, i governi spendono meno di 1 dollaro pro capite per curare i problemi di salute mentale e anche nei paesi a reddito medio-alto questa cifra si aggira intorno ai tre dollari.

Si tratta di cifre decisamente insufficienti per trattare i disturbi mentali di bambini, adolescenti e di chi si occupa di loro, in particolare di coloro con problematiche particolarmente gravi.

Il prezzo che paghiamo per questa mancanza di impegno è elevatissimo: circa 387,2 miliardi di dollari all’anno, secondo i calcoli effettuati ai fini del rapporto del Dipartimento di politica sanitaria della London School of Economics and Political Science.

Fonti: http://datocms-assets.comhttps://www.unicef.it/diritti-bambini-italia/povertahttps://www.insic.it/sicurezza-sul-lavoro/malattie-professionali/stress-lavoro-correlato-e-costi-aziendali-lo-studio-euoshahttps://www.lse.ac.uk/cpec/research/mental-health